venerdì 6 luglio 2007

Sudoku

Il titolo del post rimanda al gioco-tormentone, ovviamente.
Black Angel ha commentato il precedente post "Estate" con un originalissimo "che fantasia". Forse ha ragione, non era molto fantasioso, come post. Parlava di cose banali, come i ricordi personali e le emozioni...
Cosa c'entrano le due cose? Io credo siano collegate.
Il sudoku è l'ennesimo puzzle di numeri, da 1 a 9, che vanno utilizzati - nella versione classica - per riempire una griglia di 81 caselle, divisa in 9 riquadri di 9 caselle l'una. I numeri devono essere usati una volta sola per ogni riquadro, riga e colonna.
Il gioco utilizza cose trite e ritrite del panorama di giochi con i numeri. Eppure ha successo.
Sono convinto che Black Angel pure abbia successo, con la sua dialettica sopraffina ed il suo ragionare illuminista (non si consideri che - nell'ambito dei blog di Google - al nome Black Angel corrispondano 1434 differenti voci; di readingradio una sola: unico ma poco considerato?!).

Come il sudoku, ognuno di noi è un insieme di banalità e di originalità. L'importante è cercare di capire cosa l'altro proponga di positivo. Altrimenti si corre il rischio di essere delle isole, delle individualità chiuse ed aride. Magari chiacchierando solo con il Wilson di turno. Un po' come l'eroe di Castaway, il film con Tom Hanks.
All'uscita del film nelle sale, il pubblico che lo aveva visto lo aveva valutato come un film noioso. Non ne aveva visto il lato sociale: l'uomo evoluto moderno è spesso solo, perde il contatto con la propria emozionalità, tralascia i rapporti sociali. Dei quali ultimi ha però bisogno, tanto da dover creare un entità altra da sé per poter intrattenere rapporti umani con qualcuno, quando finalmente è "riuscito" a distaccarsi dalla società.
Lo stare con gli altri è una necessità. Il riuscire a stare con gli altri è talvolta un'arte. Il dono è saper apprezzare l'altro.
Black Angel ha commentato laconicamente e con ironia il post. Lo ha commentato, però. Di questo lo/la ringrazio (al di là del sarcasmo d'orgoglio), perché ha inteso farmi capire una mia mancanza, ossia il fatto di non riuscire ad interessare attraverso la scrittura. Per questo mi dovrò sforzare, per migliorarmi e riuscire ad entrare in comunicazione con l'altro, ricercando la lunghezza d'onda dell'altro e non comunicando solo dalla mia.

L'eroe di Castaway naufragava su un'isola deserta, tropicale. Almeno fosse capitato in Jamaica...
Bella terra, la Jamaica, e non solo per questioni, per così dire, botaniche. La cultura jamaicana recente ha dato il reggae, che coinvolge il corpo e l'anima, la parte istintiva. Io vorrei usare sempre anche il cervello ed il ragionamento riflessivo in particolare. Per questo ho scelto la canzone di oggi.

Nel '77 un batterista, un chitarrista ed un bassista costituirono una band un tantino particolare. Il genere di musica da questi prodotta fu poi definito reggae'n'roll. Parliamo dei Police. E ne parliamo dall'ottobre '79, in particolare dall'album (il secondo del gruppo) Reggatta De Blanc, quando già c'era stato un avvicendamento di chitarristi. L'album decreta il successo del trio a livello internazionale. E' interessante, certamente da un punto di vista musicale (per via del genere di musica, per via dei suoni e, secondo me, per la tecnica percussionistica ed il gusto del Sig. Stewart Copeland: il tizio deve nascondere un terzo braccio, sopra quella cintola..!) ma anche da un punto di vista di critica del mondo moderno.

Buon ascolto

Message in a bottle

Just a castaway, an island lost at sea,
Another lonely day, with no one here but me,
More loneliness than any man could bear
Rescue me before I fall into despair,

I'll send an s.o.s. to the world
I'll send an s.o.s. to the world
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah

A year has passed since I wrote my note
But I should have known this right from the start
Only hope can keep me together
Love can mend your life but
Love can break your heart

I'll send an s.o.s. to the world
I'll send an s.o.s. to the world
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah

Walked out this morning, don't believe what I saw
A hundred billion bottles washed up on the shore
Seems I'm not alone at being alone
Hundred billion castaways, looking for a home

I'll send an s.o.s. to the world
I'll send an s.o.s. to the world
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
I hope that someone gets my
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah
Message in a bottle, yeah
Sending out at an s.o.s.
Sending out at an s.o.s.
Sending out at an s.o.s.
Sending out at an s.o.s.
Sending out at an s.o.s.
Sending out at an s.o.s...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Diciamo che trovo interessante quello che scrivi, però cerchi di analizzare troppo le situazioni.
"L'importante è cercare di capire cosa l'altro proponga di positivo. Altrimenti si corre il rischio di essere delle isole, delle individualità chiuse ed aride. Magari chiacchierando solo con il Wilson di turno".
Non è sempre così, a volte una persona è interessante anche per ciò che non ha di positivo. Il Wilson di turno è ovunque. Il Wilson di turno, a volte, è il tuo miglior amico/a. Capita. E credo faccia più male, lascia un alone di indifferenza molto più fastidioso. Continuerò a leggerti, devi avere un cervellino niente male. Ciao.