giovedì 14 giugno 2007

Cinque personaggi in cerca di sé

Il gusto è un fatto personale; consiste anche in questo quell'inezia di diversità che caratterizza ognuno di noi. Soltanto per questa ovvia ragione dovremmo portare più rispetto gli uni per gli altri e per le preferenze individuali (eccezion fatta per le devianze aberranti su cui non mi soffermerò), indipendentemente dal loro ambito di manifestazione (arte, lavoro, sessualità, erotismo, cucina, hobbies,...).

E' questo nostro momento di diversità il motivo per cui molte sono le culture, molti i punti di vista e molte sono le realtà. Insomma, è questo che rende speciale la vita.

C'è un momento particolare, nella vita di ognuno di noi, durante il quale tutte queste diversità sono esasperate: l'adolescenza; si tratta di un periodo magnifico e paradossale: magnifico perché se ne conserva un ricordo che difficilmente sbiadisce, perché si fanno le prime esperienze forti; paradossale perché si forma il carattere, si delinea e definisce, vengono acuite ed esasperate le diversità, ma si cerca un "gruppo" di appartenenza nel quale poter essere liberi.

In molti hanno analizzato questo periodo di passaggio, e ancora molti hanno provato a studiarlo nella cosiddetta 'X GENERATION', quella che l'adolescenza l'ha vissuta negli anni '80 e '90. A mio avviso, nessun "esperto" psicologo-psichiatra, letterato o artista ha centrato il cuore della questione, ad eccezione di un regista, John Hughes.

A metà degli anni '80 Hughes ha girato quello che, a mio avviso, è il capolavoro descrittivo della generation X, un film straordinario ma che in Italia è poco noto: THE BREAKFAST CLUB.

E' la storia di 5 teenagers totalmente diversi tra loro per condizione sociale, frequentazioni, hobbies, cultura (vengono utilizzati gli stereotipi Jankee dello sportivo, del nerd, della principessina, della schizzata e del bullo)... Insomma, si diversificano per tutto ciò che identifica un adolescente. I cinque si trovano costretti, per punizione scolastica, a trascorrere il sabato (dalle 08.00 a.m. alle 16.00 p.m.) chiusi nella biblioteca della scuola, sorvegliati da un insegnante (che si sente più in punizione di loro), il quale, nel tentativo di placarne gli animi, affida loro "il" tema: "CHI SONO IO?"; il prof. confidava nell'autoanalisi punitiva.

La convivenza forzata, i rispettivi vissuti e le connesse problematiche fungono da potente catalizzatore e i nostri eroi sono costretti ad un profondo esame personale e sociale, un terremoto interiore che, nell'ottica buonista del film, riesce a migliorarli, facendo loro superare il preconcetto del 'diverso', differente e perciò necessariamente negativo.

I dialoghi sono stati resi, nella traduzione, abbastanza bene; tuttavia, è proprio la battuta di chiusura, quella che dimostra il cambiamento, a non essere fedele. Infatti, nella versione italiana si sente dire: "...tanto lei ci vede come vuole. Usando il linguaggio più semplice e la definizione più comoda, lei ci vede come un cervello, un atleta, un'handicappata, una principessa e un criminale...."; invece, nella versione originale la lettera nell'epilogo contiene una differenza fondamentale: "...you see us as you want to see us. In the simplest terms and the most convenient definitions. But what we found out is that each one of us is a brain..an athlete..a basket case..a princess..and a criminal....", ovvero: "...tanto lei ci vede come vuole. Nei termini più semplici e nella definizione più comoda. Ma ciò che abbiamo scoperto è che ognuno di noi è un cervello..un atleta..una schizzata..una principessa..e un criminale ...."; come a dire "siamo un qualcosa di indefinito, ma potremmo essere quello che vogliamo. Non ci limitate."!

E' un film che riguardo spesso, con gioia e nostalgia: nonostante la differenza culturale, riconosco in quei ragazzini una parte di me.

La colonna sonora è adeguata al periodo, nulla di speciale tranne per un brano, interpretato dai Simple Minds. Spero lo conosciate o che abbiate la voglia di conoscerlo.

Dedicato alla sezione B magistrale Duca degli Abruzzi di Treviso, diplomata nel '96/97.
Don't You (Forget About Me)
Hey, hey, hey, hey Ohhh...
Won't you come see about me?
I'll be alone, dancing you know it baby
Tell me your troubles and doubts
Giving me everything inside and out and
Love's strange so real in the dark
Think of the tender things that we were working on
Slow change may pull us apart
When the light gets into your heart, baby
Don't You Forget About Me
Don't Don't Don't Don't
Don't You Forget About Me
Will you stand above me?
Look my way, never love me
Rain keeps falling, rain keeps falling
Down, down, down
Will you recognise me?
Call my name or walk on by
Rain keeps falling, rain keeps falling
Down, down, down, down
Hey, hey, hey, hey Ohhhh.....
Don't you try to pretend
It's my feeling we'll win in the end
I won't harm you or touch your defenses
Vanity and security
Don't you forget about me
I'll be alone, dancing you know it baby
Going to take you apart
I'll put us back together at heart, baby
Don't You Forget About Me
Don't Don't Don't Don't
Don't You Forget About Me
As you walk on by
Will you call my name?
As you walk on by
Will you call my name?
When you walk away
Or will you walk away?
Will you walk on by?
Come on - call my name
Will you all my name?
I say :
La la la...

Nessun commento: