lunedì 16 luglio 2007

Seven

No, non è un riferimento alla nota marca di zaini scolastici "un sacco diversi".
Il riferimento immediato è al film di David Fincher del 1995, con un bel cast (Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow ed uno straordinario Kevin Spacey prossimo all'oscar, nel '99). Il film narra una vicenda complessa, che si sviluppa attorno alla follia di un serial killer di particolare crudeltà e bigottismo, il quale si crede mandato dal Signore allo scopo di mostrare all'umanità i propri errori, costituiti dai sette peccati capitali. Il killer (chiamato John Doe, come a dire "sconosciuto") mette in scena gli errori mortali dell'umanità con una ferocia ed un sadismo incredibile, mettendo in crisi la polizia locale ed in particolare i due poliziotti titolari dell'inchiesta. Il poliziotto giovane è quello più toccato dalla follia del pazzo.

L'ultimo peccato, quello che "chiude" la vicenda, è l'ira; dopo un'analisi superficiale, direi che questo è il "peccato" più bastardo e meno tollerato. Accidia, superbia, gola, avarizia, invidia e lussuria hanno infatti trovato tolleranza, accettazione e talvolta piena accoglienza presso il genere umano: i centri-benessere - oasi pagate per non farci far nulla in totale relax - per l'accidia; ristoranti da cordon-bleu pieni di stelle che nemmeno a San Lorenzo per la gola; le liste VIP in ogni locale per poter dire "io c'ero" - senza badare se il 'dove' o il 'perché' avrebbero urlato vendetta - per la superbia; l'invidia è considerata come sprone, talvolta come pungolo, talaltra ancora diventa una scusa per poter dire falsità alle spalle di qualcuno, con buona pace della coscienza; il fare sesso ad ogni occasione non è più lussuria, ma una sorta di sport, senza i fastidi degli abiti ed accessori High-Tech; l'avarizia forse resta il meno apprezzato: chi è avaro non si permette gli altri peccati/lussi, per cui non godrà del plauso popolare ma non avrà i sensi di colpa dello Zio Scrooge del Canto di Natale di Dickensiana memoria (in realtà, però, l'avarizia è peccato - nell'ambito religioso - solo quando fa sì che non si dia l'obolo per il culto o per i mendicanti).

Ma l'ira...
Quella vera, originale e senza compromessi, l'ira che parte dallo stomaco e come i cerchi nell'acqua arriva tutto attorno, un'onda d'urto ripetuta, fino ad investire qualunque entità si trovi nei pressi e, investendola, crei danni talvolta irreparabili: l'ira non è accettata.
"Ero fuori di me", "ero in bestia", queste sono espressioni correnti che fanno capire come l'ira, al contrario delle sei consorelle sopra nominate, non sia riconosciuta come cosa umana o umana razionale.
In effetti, chi prova (ed agisce con) ira lede sé stesso e (talvolta) gli altri in un modo molto più diretto, visibile ed immediato rispetto a chi mangia tanto, chi fa sesso, chi non fa un beneamato, chi non spende, chi fa mostra di sé o chi vorrebbe potersi mettere in mostra.
Talvolta, però, è necessario buttare fuori la rabbia, la furia; è necessario trovare uno sfogo immediato alla cattiveria propria dell'animale umano, cattiveria a volte dovuta all'incomprensione, al non essere capiti o all'essere fraintesi, dando così la stura ad una repressione che credo sia più dannosa ancora, perché porta all'indifferenza, all'assenza di emozioni verso chi ci circonda.
L'esplosione di un vulcano sommerge tutto con pietra e ceneri incandescenti, lava, lapilli e molti altri simpatici gadgets per chi vince la gara di sopravvivenza. Ma quella devastazione è anche molto, molto fertile, sol che si lasci passare un tempo adeguato. Per questo ritengo utile e fruttifera anche l'ira. Basterebbe riuscire ad incanalarla correttamente, indirizzandola nel modo più opportuno. Forse non sarebbe più la stessa cosa.
Forse non sono soggetto all'ira feroce. Quando mi capita di montar su tutte le furie però riesco - lentamente - a tranquillizzarmi. Al solito, ci vuole la musica. Ad alto volume. Al limite della sopportazione. Al limite massimo dell'ira vera e propria, tanto contro chi l'ha provocata, quanto contro me stesso. Compulsivamente riascolto anche più volte il brano, uno solo, quello di oggi, che a quel punto è divenuta un mantra che placa l'animo.

I Linkin Park, gruppo statunitense con le radici californiane, iniziano il loro percorso nel '96, incanalandosi in una corrente nuova, il 'nu metal' (stesso genere dei Limp Bizkit; anzi, il brano di oggi potrebbe essere, dall'album Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water, del 2000, il loro "Take a look around", già parte del film Mission: Impossible 2, ma mi dà meno l'idea di qualcosa che sta per esplodere). I ragazzi diventano subito esponenti di spicco di questo filone, poiché il loro mix Hip-Hop/Rap/Rock cattivo è stato convincente, soprattutto negli albums Meteora e Collision Course. Vedremo con i prossimi.

Buon ascolto

Somewhere I belong

I had nothing to say
And I get lost in the nothingness inside of me
(I was confused)
And I live it all out to find, but I'm not the only person wit these things in mind
(inside of me)
But all that they can see the words revealed is the only real thing that I got left to feel
(nothing to lose)
Just stuck hollow and alone and the fault is my own and the fault is my own

I wanna heal I wanna feel what I thought was never real
I wanna let go of the pain I've felt so long
Erase all the pain til it's gone
I wanna heal I wanna feel like I'm close to something real
I wanna find something I've wanted all along
Somewhere I belong

And I got nothing to say I can't believe I didn't fall right down on my face
(I was confused)
Look at everywhere only to find it is not the way I had imagined it all in my mind
(so what am I)
What do I have but negativity
Cuz I can't trust no one by the way everyone is looking at me
(nothing to lose)
Nothing to gain I'm hollow and alone
And the fault is my own and the fault is my own

I will never know myself until I do this on my own
Cuz I will never feel anything else until my wounds are healed
I will never be anything til I break away from me
I will break away
I'll find myself today

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti consiglierei i Planes mistaken for star... Decisamente più diretti per sfogare la propria ira. E tu mi conosci bene, sai che mi piace sfogare la mia ira.

Anonimo ha detto...

Se ora de lavorar!!!! Altro che....