mercoledì 29 agosto 2007

Gravi difficoltà

Premetto d'esser consapevole che quanto seguirà ha un certo grado di banalità congenita. Tuttavia, per quanto banali, i ragionamenti che vado a proporre non sembrano sufficientemente agevoli da comprendere per molte, mooooooolte persone.

Magari qualcuno lo sa, sa davvero cosa stia accadendo al genere umano o quantomeno alla sua parte deteriore.
Aprite un giornale qualunque, seguite un radio- o tele-giornale e fateci caso: si parla di morti, ammazzamenti, assassinii, ammazzatine, scorticamenti e di altri graziosi incubi alla Dario Argento featurin' Alfred Hitchcock.
I mezzibusti, alla fine dei notiziari, augurano pure la buona giornata o serata o quel che è; lo fanno per cortesia e per contratto, immagino, ma ogni volta mi chiedo se non stiano facendo della cinica ironia. Provate a pensare: "Tagli alla spesa sociale, aumento della pressione fiscale, mancato rinnovo dei CCNL, sbarchi di clandestini irregolari di cui tot deceduti durante il trasbordo, assassinio inspiegabile in una casa bene della tal provincia, trovati due cadaveri dissezionati (di cui pare nessuno abbia sentito la mancanza n.d.a.), strage annunciata in tal Paese del Terzo Mondo, il calciatore professionista (professionista, il che dovrebbe comportare controlli sanitari continui!!) Tal dei Tali schiatta in ospedale perché il cuore ha infine deciso di cedere dopo alcuni giorni di tentennamenti, borse mondiali in ribasso. Grazie per l'attenzione e buon proseguimento di serata." Ma quale buona serata!?!

Il fatto è che il genere umano è preso da isteria: non si fatica certo a trovare la persona disposta a fregarti per un qualunque cosa, mica solo per soldi, droga o altro. E la cosa triste è che non ci si rende conto del fatto che si starebbe tutti meglio stando tranquilli, rispettandoci l'un l'altro.
In fin dei conti, siamo tutti sulla stessa barca, di forma più o meno sferica, che gira sospesa nel vuoto. Siamo ogni giorno a contatto con qualcuno in grado di farci le scarpe, in grado di farci del male; d'altronde, spesso e volentieri siamo noi stessi a far del male a qualcuno gratuitamente, con leggerezza e senza pensarci su troppo. Perché "tanto che mi frega?!".

Un amico mi dice che i Francesi sono un popolo di perdenti. Dice che da soli non hanno mai vinto una dannatissima guerra che fosse una. E la Rivoluzione Francese non conta, ché lì necessariamente avrebbero vinto: c'erano solo loro a combattere. Anche qui, gli uni contro gli altri, a farsi del male.
Qualcuno dirà che dalla Rivoluzione sono uscite le tre parole magiche liberté, egalité, fraternité. Ha ragione, sono state urlate al mondo. Il mondo ha imparato che alla loro ombra è possibile costituire il Terrore (chi volesse approfondire clicchi su http://cronologia.leonardo.it/storia/a1793d.htm) e che, in fondo, la magia non esiste (d'altronde, la stessa Rivoluzione è un portato dell'illuminismo...) e che pertanto quelle tre parole non hanno gran significato.

Ormai ci si aggrega in minime comunità, piccoli commandos per sopravvivere al mondo civile, un gruppetto contro l'altro.
Mio nonno ha fatto la II guerra mondiale. E mi ha raccontato poco delle sue "avventure". Di tutto quel poco che ha raccontato, mi è rimasto impresso il suo punto di vista sulla guerra: combatteva contro altri ragazzi suoi coetanei, altri nella sua situazione. O lui fregava il nemico, o il nemico fregava lui. Un po' com'è per noi adesso.
Siamo ancora in guerra, insomma. Non più tra Stati, un esercito contro l'altro, ma per nostra scelta, tra piccoli gruppetti di civili, tra sparuti gruppi uno uguale all'altro.

Avete mai sentito parlare delle Isole Falkland, anche dette Isole Malvine? Sono un piccolo arcipelago dell'Atlantico meridionale, nei pressi dell'Argentina. Sono state al centro di un conflitto - di breve durata, per carità - tra quest'ultimo Paese ed il Regno Unito. Una guerra iniziata per motivi inutili dall'Argentina, a cui il Regno Unito si è opposto strenuamente, ottenendo una vittoria fondamentale sullo scacchiere mondiale...
Queste isole hanno poche risorse (forse del petrolio, forse; in ogni caso niente di eclatante) economicamente allettanti, praticamente nessuna. La guerra per il loro dominio era fondata da motivi chiaramente politici (http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_delle_Falkland) interni ai due Stati.
Questi motivi si sono nutriti con 904 morti totali e 1845 feriti.
Quale senso hanno avuto, quei morti e feriti?

Quale senso ha ammazzare qualcuno, ferirlo o fargli del male in qualunque modo?

Penso che il Signor Mark Freuder Knopfler abbia pensato a tutte queste cose, nel 1982, durante il conflitto.
Lui era già famoso, in quanto leader dei Dire Straits. Knopfler, personaggio singolare del panorama musicale è sempre stato uno in controtendenza (tanto per darvi un'idea: è un mancino e suona la chitarra come un destrorso; è chitarrista elettrico ma con tecnica 'fingerstyle'; suona un rock pacato e facilmente metabolizzabile ed è arrivato al successo - con la band - durante il trend del punk dei Sex Pistols).
Nell'82 ha vissuto da spettatore il drammatico momento delle Falkland. E se ne è venuto fuori con un pezzo tra i più toccanti del genere, nel quale non si esprimeva né a favore né contro i contendenti ma ragionava sulla situazione, arrivando alla (non troppo) ovvia conclusione che è assurdo farci del male a vicenda.
Meditate, gente, meditate.

Dall'omonimo album del 1985

Brothers in Arms

These mist covered mountains
are a home now for me
but my home is the lowlands
and always will be
some day you´ll return to
your valleys and your farms
and you´ll no longer burn to be brothers in arms

Through these fields of destruction
baptisms of fire
I´ve watched all your suffering
as the battles raged higher
and though they did hurt me so bad
in the fear and alarm
you did not desert me my brothers in arms

There´s so many different worlds
so many different suns
and we have just one world
but we live in different ones

Now the sun´s gone to hell
and the moon´s rising high
let me bid you fare well
every man has to die
but it´s written in the starlight
and every line on your palm
we are fools to make war
on our brothers in arms
on our brothers in arms

lunedì 6 agosto 2007

Galileo e il Bigfoot

Il prototipo dello scienziato moderno disse: «Eppur si muove!».
Lo disse davvero? C'è chi sostiene che no, trattasi di frase messa artificiosamente in bocca al Galilei, in modo da esaltarne la certezza sulle sue proprie scoperte in campo astronomico.
Che l'abbia detta o meno, il punto va messo sull'enfasi e sul senso di quelle parole, che sembrano urlare un'oggettività evidentissima che però la massa miope non riesce a vedere.
Il pisano tanto vedeva nitidamente la sua scoperta quanto era sconfortato dalla cecità di chi gli stava intorno. Il tribunale dell'inquisizione infatti lo costrinse - ed egli si rassegnò - ad abiurare le sue scoperte.

Cose che succedono, in campo scientifico. Non essere creduti è un destino toccato a molti. Primo non in ordine temporale è Giordano Bruno. Astronomicamente è capitato a Galileo e a Copernico. In altri campi conoscitivi si possono trovare furibonde lotte per affermare un'idea piuttosto che un'altra (la battaglia tra creazionisti ed evoluzionisti è ancora feroce proprio negli USA).
Fondamentalmente si tratta, spesso e volentieri, di lotte combattute per un'ideologia e quasi sempre quell'ideologia è di tipo religioso.

Gli ambiti scientifici più seri però si affidano solamente all'oggettività.
La fiorentina Margherita Hack non si interessa di religione; però combatte con la ragione contro chi parla di UFO, argomentando: ad oggi non è oggettivamente plausibile l'esistenza di una civiltà extraterrestre tanto evoluta da poter costruire mezzi in grado di solcare lo spazio a velocità tale da giungere sulla Terra, perché il fattore tempo è impeditivo. Insomma, l'elevata velocità non può aggirare l'ostacolo dell'enorme distanza. Con ciò, essa non nega l'esistenza di civiltà aliene, perché sarebbe statisticamente assurdo pensare di "essere soli".

E chi afferma di aver visto gli UFO e soprattutto i loro proprietari? Ci si crede o no?
E chi afferma (per riportare sul solo pianeta Terra) di aver visto chessò, il lo Yeti o il Bigfoot?
CHI???!!!
Lo Yeti o il Bigfoot, dai! Si tratta in ambo i casi di una sorta di scimmione, più o meno grande, più o meno peloso, più o meno brutto. Cambia solo la "location": lo Yeti si aggira sul cocuzzolo dei monti Himalayani, mentre il Bigfoot vaga nel Nordamerica. Oddio, cambia anche il livello estetico, se è vero che lo Yeti è anche detto "abominevole uomo delle nevi": il cugino d'america questa definizione vezzosa non ce l'ha.

Ad ogni modo, chi dice d'aver visto 'sto benedetto Bigfoot, l'ha visto davvero? Chi afferma d'aver messo le mani dove il primate aveva messo il piedone, le mani ce le ha messe sul serio?
Dell'ominide peloso americano resta un documento visivo (mentre sui monti innevati nulla), girato nel '67 da due cacciatori, Roger Patterson e Bob Gimlin.
Patterson ha continuato a giurare sulla veridicità del filmato fino alla morte. Gli si crede o no? Attenti che qui si rischia di fare come il Sant'Uffizio con Galileo, nientemeno!!!
Patterson ha affermato d'aver visto, guardato e quasi odorato 'sto mito del Bigfoot. Un po' come chi dice d'aver vissuto un grande amore. Alcuni dicono una cosa del genere, ebbene sì. Le riviste scientifiche maggiormente accreditate si rifiutano di dar visibilità a voci e dicerie del genere, ma sembra che questi fenomeni esistano davvero, pur nascosti dalla scienza ufficiale come il gemello di Luigi XIV nella maschera di ferro (stando ad un ramo della leggenda).

I riscontri oggettivi però fanno propendere per la realtà e serietà di queste voci. In passato accadeva addirittura che, al pari di Patterson buonanima, i "congiurati del Grande-Amore-Della-Vita riuscissero a fissare alcuni avvenimenti su un arcaico supporto, un filmino super8, magari reperto del periodo feriale, in cui si vedono immagini sfocate, che non sempre danno la possibilità di identificare con certezza l'identità ed effettività del grande amore.
Oltre al filmino, anzi, a prescindere da esso, chi afferma con baldanza d'aver vissuto un amore tanto grande conserva anche una strana luce nello sguardo, riflesso di una qualche stella di diamanti che gli è piombata come un meteorite sul cuore (attenti, S. Lorenzo è vicino...), lì rimanendo incastonata per sempre.

Quest'emozione c'è, esiste. E non ci sono parametri scientifici in grado di documentarla. Il passaggio dallo sguardo normale a quello innamorato ho provato a renderlo con Closing Time (Post "Il nome della Rosa" del 25.06.2007). Qui si tratta di rendere le prime fasi dell'amore, l'innamoramento già presente, l'ineffabile incomprensibile inspiegabile caos psico-metabolico di quando ci si rende conto che Cupido ha bersagliato proprio noi, centrando in pieno il suo obbiettivo.

I Counting Crows sono la band selezionata per oggi. Loro sono di Frisco, alias San Francisco, California. Iniziano a suonare nel '91 (primo album nel '93: August and Everything After) segnando un ritorno al rock tranquillo degli inizi, quasi (quasi) politicamente corretto, in grado di rendere bene il mood della gioventù della provincia americana.

Nel 2004 pubblicano il brano conclusivo di questo post, un pezzo quasi vorticoso, allegro, scanzonato, a volte in controtempo. Come il cuore dell'innamorato al cospetto della persona amata. Pezzo entrato, tra l'altro, nella colonna sonora di Shrek 2.

Parlo di Accidentally in love (provate a dirmi che non vi sembra un pezzo da innamorato!!!)

So she said what's the problem baby
What's the problem I don't know
Well maybe I'm in love (love)
Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it
How much longer will it take to cure this
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love (love)
Makes me wanna turn around and face me but I don't know nothing 'bout love

Come on, come on
Turn a little faster
Come on, come on
The world will follow after
Come on, come on
Cause everybody's after love

So I said I'm a snowball running
Running down into the spring that's coming all this love
Melting under blue skies
Belting out sunlight
Shimmering love
Well baby I surrender
To the strawberry ice cream
Never ever end of all this love
Well I didn't mean to do it
But there's no escaping your love

These lines of lightning
Mean we're never alone,
Never alone, no, no

Come on, Come on
Move a little closer
Come on, Come on
I want to hear you whisper
Come on, Come on
Settle down inside my love
Come on, come on
Jump a little higher
Come on, come on
If you feel a little lighter
Come on, come on
We were once upon a time in love
We're accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally
I'm in Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
Accidentally
Accidentally
Come on, come on
Spin a little tighter
Come on, come on
And the world's a little brighter
Come on, come on
Just get yourself inside her
Love
...I'm in love