lunedì 6 agosto 2007

Galileo e il Bigfoot

Il prototipo dello scienziato moderno disse: «Eppur si muove!».
Lo disse davvero? C'è chi sostiene che no, trattasi di frase messa artificiosamente in bocca al Galilei, in modo da esaltarne la certezza sulle sue proprie scoperte in campo astronomico.
Che l'abbia detta o meno, il punto va messo sull'enfasi e sul senso di quelle parole, che sembrano urlare un'oggettività evidentissima che però la massa miope non riesce a vedere.
Il pisano tanto vedeva nitidamente la sua scoperta quanto era sconfortato dalla cecità di chi gli stava intorno. Il tribunale dell'inquisizione infatti lo costrinse - ed egli si rassegnò - ad abiurare le sue scoperte.

Cose che succedono, in campo scientifico. Non essere creduti è un destino toccato a molti. Primo non in ordine temporale è Giordano Bruno. Astronomicamente è capitato a Galileo e a Copernico. In altri campi conoscitivi si possono trovare furibonde lotte per affermare un'idea piuttosto che un'altra (la battaglia tra creazionisti ed evoluzionisti è ancora feroce proprio negli USA).
Fondamentalmente si tratta, spesso e volentieri, di lotte combattute per un'ideologia e quasi sempre quell'ideologia è di tipo religioso.

Gli ambiti scientifici più seri però si affidano solamente all'oggettività.
La fiorentina Margherita Hack non si interessa di religione; però combatte con la ragione contro chi parla di UFO, argomentando: ad oggi non è oggettivamente plausibile l'esistenza di una civiltà extraterrestre tanto evoluta da poter costruire mezzi in grado di solcare lo spazio a velocità tale da giungere sulla Terra, perché il fattore tempo è impeditivo. Insomma, l'elevata velocità non può aggirare l'ostacolo dell'enorme distanza. Con ciò, essa non nega l'esistenza di civiltà aliene, perché sarebbe statisticamente assurdo pensare di "essere soli".

E chi afferma di aver visto gli UFO e soprattutto i loro proprietari? Ci si crede o no?
E chi afferma (per riportare sul solo pianeta Terra) di aver visto chessò, il lo Yeti o il Bigfoot?
CHI???!!!
Lo Yeti o il Bigfoot, dai! Si tratta in ambo i casi di una sorta di scimmione, più o meno grande, più o meno peloso, più o meno brutto. Cambia solo la "location": lo Yeti si aggira sul cocuzzolo dei monti Himalayani, mentre il Bigfoot vaga nel Nordamerica. Oddio, cambia anche il livello estetico, se è vero che lo Yeti è anche detto "abominevole uomo delle nevi": il cugino d'america questa definizione vezzosa non ce l'ha.

Ad ogni modo, chi dice d'aver visto 'sto benedetto Bigfoot, l'ha visto davvero? Chi afferma d'aver messo le mani dove il primate aveva messo il piedone, le mani ce le ha messe sul serio?
Dell'ominide peloso americano resta un documento visivo (mentre sui monti innevati nulla), girato nel '67 da due cacciatori, Roger Patterson e Bob Gimlin.
Patterson ha continuato a giurare sulla veridicità del filmato fino alla morte. Gli si crede o no? Attenti che qui si rischia di fare come il Sant'Uffizio con Galileo, nientemeno!!!
Patterson ha affermato d'aver visto, guardato e quasi odorato 'sto mito del Bigfoot. Un po' come chi dice d'aver vissuto un grande amore. Alcuni dicono una cosa del genere, ebbene sì. Le riviste scientifiche maggiormente accreditate si rifiutano di dar visibilità a voci e dicerie del genere, ma sembra che questi fenomeni esistano davvero, pur nascosti dalla scienza ufficiale come il gemello di Luigi XIV nella maschera di ferro (stando ad un ramo della leggenda).

I riscontri oggettivi però fanno propendere per la realtà e serietà di queste voci. In passato accadeva addirittura che, al pari di Patterson buonanima, i "congiurati del Grande-Amore-Della-Vita riuscissero a fissare alcuni avvenimenti su un arcaico supporto, un filmino super8, magari reperto del periodo feriale, in cui si vedono immagini sfocate, che non sempre danno la possibilità di identificare con certezza l'identità ed effettività del grande amore.
Oltre al filmino, anzi, a prescindere da esso, chi afferma con baldanza d'aver vissuto un amore tanto grande conserva anche una strana luce nello sguardo, riflesso di una qualche stella di diamanti che gli è piombata come un meteorite sul cuore (attenti, S. Lorenzo è vicino...), lì rimanendo incastonata per sempre.

Quest'emozione c'è, esiste. E non ci sono parametri scientifici in grado di documentarla. Il passaggio dallo sguardo normale a quello innamorato ho provato a renderlo con Closing Time (Post "Il nome della Rosa" del 25.06.2007). Qui si tratta di rendere le prime fasi dell'amore, l'innamoramento già presente, l'ineffabile incomprensibile inspiegabile caos psico-metabolico di quando ci si rende conto che Cupido ha bersagliato proprio noi, centrando in pieno il suo obbiettivo.

I Counting Crows sono la band selezionata per oggi. Loro sono di Frisco, alias San Francisco, California. Iniziano a suonare nel '91 (primo album nel '93: August and Everything After) segnando un ritorno al rock tranquillo degli inizi, quasi (quasi) politicamente corretto, in grado di rendere bene il mood della gioventù della provincia americana.

Nel 2004 pubblicano il brano conclusivo di questo post, un pezzo quasi vorticoso, allegro, scanzonato, a volte in controtempo. Come il cuore dell'innamorato al cospetto della persona amata. Pezzo entrato, tra l'altro, nella colonna sonora di Shrek 2.

Parlo di Accidentally in love (provate a dirmi che non vi sembra un pezzo da innamorato!!!)

So she said what's the problem baby
What's the problem I don't know
Well maybe I'm in love (love)
Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it
How much longer will it take to cure this
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love (love)
Makes me wanna turn around and face me but I don't know nothing 'bout love

Come on, come on
Turn a little faster
Come on, come on
The world will follow after
Come on, come on
Cause everybody's after love

So I said I'm a snowball running
Running down into the spring that's coming all this love
Melting under blue skies
Belting out sunlight
Shimmering love
Well baby I surrender
To the strawberry ice cream
Never ever end of all this love
Well I didn't mean to do it
But there's no escaping your love

These lines of lightning
Mean we're never alone,
Never alone, no, no

Come on, Come on
Move a little closer
Come on, Come on
I want to hear you whisper
Come on, Come on
Settle down inside my love
Come on, come on
Jump a little higher
Come on, come on
If you feel a little lighter
Come on, come on
We were once upon a time in love
We're accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally in love
Accidentally
I'm in Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
I'm in Love, I'm in Love,
Accidentally
Accidentally
Come on, come on
Spin a little tighter
Come on, come on
And the world's a little brighter
Come on, come on
Just get yourself inside her
Love
...I'm in love

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Questi cosi, i blog, devono essere delle belle seccature. Aggiornarli ogni giorno e trovare qualcosa di originale da scrivere consumerebbe del tutto le mie energie e logorerebbe la mia pur notevole bonomia. Riconosco dunque che si tratta di un'attività non banale. In più, conoscendoti, posso dire che è condotta da una persona curiosa, eclettica e... che si compiace di compiacersi (come sai, secondo il mio punto di vista non si tratta necessariamente di un difetto). Buon proseguimento! Sandro

Anonimo ha detto...

Prova ad ascoltare i Crippled Black Phoenix in una delle loro più belle canzoni, when you're gone tratta dal loro ultimo album A Love Of Shared Disasters. Sono sicuro che ti piacerà. A me fa impazzire.. Ciaoooo

Anonimo ha detto...

Dimenticavo, grandi i Counting Crows.
Devo ammettere che sei di gusti raffinati. Io e te potremmo seriamente cominciare a recensire album. Bye bye... Casso stanno finendo le ferie... pasiensa.