mercoledì 19 settembre 2007

Autostrada e anni '80

Durante la gita a Roma, nel mio quarto anno di superiori, noi gitanti abbiamo avuto la necessità di fruire del servizio autobus, prendendo un mezzo che ci portasse dalla stazione Termini fino alla fermata più vicina all'Hotel che ci ospitava; la necessità nasceva dal voler evitare l'imbarazzante fuoco di fila dei piccioni che assediavano la menzionata stazione e che, furfanti canaglie, sembravano attendere i passanti appiedati per bersagliarli con i propri fastidiosi rifiuti organici.
Trovata la linea giusta per noi, siamo saliti immediatamente sul bus, che però avrebbe iniziato la sua corsa circa dieci minuti dopo. Il cinquantacinquenne autista, esterrefatto (non ho ancora capito se dal fatto che tanta gente prendesse il bus a quell'ora tarda, oppure se dal fatto che tanta gente corresse. Forse, soltanto dal fatto che qualcuno stesse correndo a Roma...), squadrandoci sornione, disse: "Ma 'ndo annate, ao'?"; ricevuta la nostra risposta e localizzata mentalmente la destinazione (per la verità non molto distante), volle sapere l'arcano motivo per il quale non intendessimo raggiungere la meta a piedi. Conosciuto anche questo dettaglio, da conoscitore delle zone battute dai piumati bombardieri ci rassicurò sul futuro dei nostri indumenti: "Qui o llà, ma 'ndo scappate?!...".
Per i minuti successivi ci intrattenne con domande, brevi anneddoti e qualche battuta. Alla fine, poco prima di scendere, volle regalarci la perla di preziosa saggezza che fino ad allora c'era rimasta ignota e, tra il mattatore e l'istrione, ci disse: "'A vita è bbella perchè è avariata!"

In effetti non aveva tutti i torti, ché il paradosso ci circonda. Che si può dire di un mondo dove la Coppa America - il più prestigioso premio velico - è detenuta dalla (comunque meritevole) squadra elvetica, considerato che la Svizzera non dispone di sbocchi al mare? Dove il primo posto tra i golfisti - sport tradizionalmente da "bianchi" - appartiene al bravissimo Tiger Woods, persona di colore? Dove i comici tirano le orecchie ai politici?
Però se la vita funziona lo stesso significa che erano tutti i nostri preconcetti ad essere sbagliati e quindi è il nostro modo di concepire la vita, che alla fine sembra andato a male.

Ci riempiamo di illusioni e, per quanti sforzi facciamo in seguito per rimanere nel piano della realtà, siamo portatori sani di utopie, sogni, chimere, voli pindarici e quant'altro porti la famiglia allargata del buon Morfeo.
Siamo esseri limitati, in un mondo limitato. Siamo pieni di limiti.
E a spiegarci il senso dell'esser limitati è (altro paradosso) una casa automobilistica: "Se non avessimo limiti, non potremmo superarli.". I pubblicitari che hanno pensato lo spot l'hanno concepito bene, dando uno spunto di riflessione sul prodotto, ma anche sul senso della vita in genere.
Il senso della vita, già: quella cosa che per molti è ancora un denominatore comune delle vite di tutti, un qualcosa di assolutamente uguale per Ted negli USA, per Soren in Svezia, per Yuri in Russia, per Mario in Italia, per Yanping in Cina o Raùl a Cuba. In cosa consista questo denominatore è ancora ignoto. Ma è una bella sfida, no? Quasi come arrivare alla vita eterna o scoprire la fonte dell'eterna giovinezza.
Ovviamente non è il senso della vita, ma è un'aspirazione di molte popolazioni in tutte le parti del mondo. Perché alla fine invecchiamo tutti, sapendo che cosa ci aspetta in un dopo che preghiamo sia il più lontano possibile.

Forse il senso della vita è questo, ossia dare un senso, IL NOSTRO SENSO, alla nostra vita. Possibilmente, senza turbare le altrui esistenze. E - concediamocelo pure, come la ditata nel barattolo di Nutella - continuando a mantenere, di tanto in tanto, una sana giovanile spensieratezza, un briciolo della speranza di restare sempre giovani.
Il brano che propongo è noto e stranoto, non può non esserlo. Mi ricorda un viaggio in autostrada con un amico, alla volta di Trieste, nel luglio del 2003. Si ascoltava una stazione radio che trasmetteva solo musica anni '80. Ad un tratto la radio ha passato questo pezzo, che abbiamo riascoltato molto volentieri.
Pur essendo un'esecuzione di studio, resta un'impronta un po' dilettantesca di base. A mio giudizio, è il punto di forza del brano, che così riesce a dare un'emozione (direi di purezza) in più.

Signore e signori, con Forever Young, gli Alphaville.

Let's dance in style
let's dance for a while
Heaven can wait were only watching the skies
Hoping for the best but expecting the worst
Are you going to drop the bomb or not?

Let us die young or let us live forever
We don't have the power but we never say never
Sitting in a sandpit, life is a short trip
The music's for the sad men

Can you imagine when this race is won
Turn our golden faces into the sun
Praising our leaders we're getting in tune
The musics played by the madmen

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever and ever

Some are like water, some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later they all will be gone
Why don't they stay young

It's so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fading horse
Youth is like diamonds in the sun
And dimonds are forever

So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams are swinging out of the blue
We let them come true

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever and ever

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